Viewtex e Teletext ovvero la nascita
dei moderni social network

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Ho scritto questo articolo lo scorso anno, quando Paolo mi chiese di approfondire questo argomento, per poi inserirlo nella sua bibbia del retrocomputing:

1977 - 1987 Quando il Computer divenne Personal, a cura di Paolo Cognetti.

Non vi nascondo la mia perplessità per la richiesta, non essendo un esperto del settore ma, in fondo, mi piace fare ricerca bibliografica ed imparare sempre cose nuove.
Questa versione non è quella poi andata in stampa, manca qualche immagine e la mano di Paolo che ha saputo amalgamare il tutto nell'ottica del libro.

E' stato comunque un onore ed un piacere aver partecipato a questa avventura.
Buona lettura :-)

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E’ il 1973 e l’Inghilterra inizia le prove tecniche di un futuribile mezzo di diffusione delle informazioni:
il viewdata.

Avete presente quando riprendete un televisore a tubo catodico con una videocamera?
Vedrete sempre delle bande nere orizzontali che scorrono dall’alto verso il basso, bande che prendono il nome di intervallo di quadro.
Nei sistemi televisivi del secolo scorso, l’informazione era trasmessa scomponendo l’immagine in righe pari e righe dispari, che poi il pennello elettronico del cinescopio avrebbe riprodotto fedelmente sullo schermo: l’intervallo di quadro era quella porzione di tempo che intercorreva tra le righe pari e le righe dispari.
L’intuizione degli ingegneri fu quella di utilizzare questo tempo per inserire informazioni di controllo sulla trasmissione del segnale.
Si accorsero ben presto che queste informazioni occupavano pochissimo tempo e che il rimanente si poteva utilizzare per trasmettere qualcos’altro.

Gli anni ’70 del secolo scorso furono prolifici di nuove tecnologie e nuove scoperte.
Gli ingegneri del Post Office (l’equivalente delle nostre Poste), stavano tentando di trovare l’uovo di Colombo concependo il collegamento tra il televisore domestico ed un insieme di elaboratori elettronici utilizzando una normale rete telefonica.

Identificarono, in questa combinazione tecnologica, l’unica utilizzabile a quel tempo, lo strumento di massa per la diffusione elettronica delle informazioni.

Contemporaneamente la BBC inglese stava lavorando ad un progetto simile, l’invio di pagine informative agli utenti utilizzando un televisore opportunamente modificato (sistema che fu poi chiamato Teletext).

La convergenza degli studi di diversi enti statali sui medesimi dispositivi, resero necessario il raggiungimento di una standardizzazione dell’immagine e dei testi trasmessi, in modo che l’utilizzatore finale potesse utilizzare qualsiasi apparato televisivo e telefonico presente in casa, solamente aggiungendo un opportuno apparecchio elettronico.

La standardizzazione del modello trasmissivo, permise ai costruttori di televisori e alle industrie elettroniche la produzione di apparati atti a ricevere i nuovi servizi e portò, verso la fine del 1974, ad effettuare la prima dimostrazione pubblica del nuovo servizio.

Nel 1976 fu avviato il primo esperimento di mercato per saggiare le reazioni dei potenziali utenti e stimolare i fornitori di informazioni a produrre servizi valorizzandone il potenziale business.

Nel 1979, in Inghilterra, nacque il primo servizio pubblico Videotex denominato “Prestel”.

Per ora concentriamoci sul Videotex e cerchiamo di comprenderne la struttura generale.

Un utente, per accedere al servizio Videotex, deve disporre di una linea telefonica, un terminale video ed un apparecchio che interfacci la linea telefonica ai segnali trasmessi e ricevuti, cioè un modem.

Il terminale potrà essere un apparecchio ad hoc (contenente il terminale video, la tastiera ed il modem) oppure un televisore casalingo corredato però di un opportuno apparecchio decodificatore che permetterà la visualizzazione delle pagine (oggi lo chiameremo set top box).

Il modem permette la ricezione dei segnali ad una velocità di ricezione di 1200 bit per secondo ed una velocità in trasmissione di 75 bit per secondo.

La rete di accesso è la rete telefonica pubblica usata per la fonia (a quei tempi a rete commutata).

L’utente, per accedere al centro Videotex, dovrà comporre un numero telefonico e l’accesso sarà protetto da una sequenza di caratteri con i quali l’utente viene identificato.

Il centro Videotex è il nucleo del sistema ed è composto da uno o più elaboratori ed una banca dati a cui accedono gli utenti ed i fornitori.
La banca dati è sempre aggiornata lato gestore ed autonomamente lato fornitore servizi.
Il centro Videotex permette inoltre il dirottamento delle richieste effettuate dagli utenti ed autorizzate dal sistema verso le banche dati dei fornitori di servizi.

Il centro Videotex si occuperà inoltre della gestione amministrativa del servizio, cioè si occuperà della fatturazione, il mantenimento dell’archivio degli utenti, le statistiche di traffico, la consultazione dell’informazione etc.

Inizialmente i servizi forniti fornivano l’accesso a grandi database centrali costruiti e gestiti specificatamente per il servizio Videotex ma poi le grandi aziende capirono che le loro informazioni potevano essere utilizzate anche da utenti che non avevano un terminale Videotex ma un computer dotato di proprio sistema operativo e proprio modem.
Crearono così un sistema centralizzato e standardizzato in cui venivano fornite informazioni a prescindere dal sistema che si connetteva al servizio.

Ultima ma più importante dal punto di vista dell’utente finale era l’informazione cercata: quotazioni in borsa, cambi delle valute, orario ferroviario, orario linee aeree, programmi teatrali, programmi cinematografici, Pagine Gialle (servizio italiano ma indicante tutte le informazioni sui servizi offerti dalle aziende e suddivise per servizio fornito), servizi di telesorveglianza, servizi di telemedicina, gestione dei conti correnti, gestione dei servizi postali, gestione dei servizi comunali e anagrafici e così via.

Tale quantità di informazioni doveva essere comunque standardizzata per non incorrere ad incompatibilità tra i sistemi sul territorio soprattutto per il fatto che l’esperienza inglese fu presto seguita da molti paesi in giro per i mondo.

         

       

              

Due organismi internazionali CCITT ed il CEPT 8rispettivamente Comitato Consultivo Internazionale Telegrafico e Telefonico, l’organismo internazionale che studia e regola tutti i servizi di comunicazione e telematici, e la Conference Europenne des Postes et Telecommunication che riunisce tutte le amministrazioni delle poste e telegrafi europee), hanno studiato il servizio videotex nei vari aspetti e ne hanno standardizzato 5 modalità di trattamento dell’immagine e dell’informazione in base ad una maggiore velocità o maggiore definizione dell’immagine nell’informazione.
Nonostante questo ogni paese ha poi standardizzato la propria tecnologia rendendola più o meno compatibile con lo standard internazionale.

Di seguito si riporta una tabella in cui vengono riportati i vari paesi con il nome nazionale del servizio, lo standard di presentazione utilizzato, il numero di utenti, il numero di fornitori, l’anno di inizio del servizio e la casa costruttrice del sistema.

Agganciamoci alla tabella precedente e facciamo una rapida rassegna della storia e dell’uso dei sistemi Videotex nel mondo.

Al servizio Videotex, sono stati assegnati più nomi o nomi differenti per le sue realizzazioni parziali: da considerare anche il fatto che ogni paese sviluppò e brevettò dei sistemi basati sugli standard internazionali ma perfezionati per il tipo di rete e di clientela sul territorio.

Regno Unito

E’ la nazione nella quale il servizio è nato.
Alla fine degli anni ’60 venne partorita l’idea e la sperimentazione partì in contemporanea con la BBC che cercava di trasmettere pagine di caratteri inserite nella trasmissione televisiva (trasmissione a senso unico), dandogli il nome di CEEFAX (ed il suo clone ORACLE) e il General Post Office (poi British Telecom) che invece sviluppò un sistema bidirezionale sfruttando le sue linee telefoniche per la trasmissione dati dandogli il nome di Viewdata prima e di PRESTEL dopo la standardizzazione del formato.

Entrambi i servizi sono hanno superato gli anni 90 (1994 per il Prestel e 2012 per il CEEFAX) ed hanno totalizzato intorno ai 90000 utenti.

          

Francia

La Francia iniziò la sperimentazione del servizio nel 1978 con l’obiettivo di abbattere drasticamente i costi di produzione e distribuzione degli elenchi telefonici e delle pagine gialle riferite ad annunci commerciali e pubblicità nonché liberare il personale dell’assistenza telefonica relativo a quei servizi.

La grande intuizione di France Telecom (aiutata anche dalle sovvenzioni statali), fu quella di fornire in comodato d’uso il terminale Videotex e fornendo molti servizi essenziali gratuitamente, lasciando all’utente il solo costo di connessione e la scelta dei servizi da utilizzare a pagamento.

Questo modello di gestione ebbe un notevole sviluppo tant’è che la Francia fu il paese in assoluto in cui il Videotex si sviluppò e fu utilizzato, chiudendo definitivamente il servizio nel 2009 quando, qualche anno prima ancora contava milioni di connessioni mensili al servizio (permettendo anche a terminali non dedicati quali i personal computer di potersi connettere alla rete tramite un modem e fruire dei servizi offerti.

       



Italia

In Italia il servizio prese il nome di Videotel e fu brevettato dall’allora monopolista SIP.
Le sperimentazioni iniziarono nel 1981 fino alla fallimentare chiusura del servizio nel 1994.

Nonostante il brevetto SIP facesse sue le direttive internazionali e le migliorasse ulteriormente, la società telefonica monopolista sbagliò totalmente strategia di mercato nonostante il tentativo di stimolare tutte le aziende produttrici di elettronica e servizi italiane a trarre vantaggio dalla nuova tecnologia.

Errori di gestione degli accessi e costi molto alti affondarono completamente il Videotel, che sopravvisse quasi esclusivamente per l’uso delle chat, che risultò l’applicazione più usata in tutta Europa del servizio Videotex.

Tralasciamo gli elevati costi del Videotel, in cui confluivano il costo del servizio annuo, il costo del noleggio del terminale, il costo delle pagine visualizzate e gestite direttamente dalla SIP ed il costo dei servizio su cui si veniva dirottati durante le proprie ricerche, nonché la tipologia di pagamento che andava dal costo della singola pagina richiesta al costo dei minuti di connessione al costo dei servizi contati a minuti e soffermiamoci invece su come venivano riconosciuti gli utenti e su come venivano effettuate gli addebiti in bolletta.

L’errore di partenza fu fatto emettendo fatturazione non sul numero di telefono da cui ci si connetteva, ma sull’utenza che effettuava il login: non passò molto tempo che coloro i quali usavano le credenziali negli enti o negli uffici se ne appropriassero e le distribuissero ad amici e parenti e, vista la semplice generazione dei codici di accesso, fu quasi istantaneo lo hacker che distribuisse un tool di generazione password a pagamento.
In questo poi ci si misero anche i fornitori di servizi rilasciando di soppiatto proprie credenziali che servivano a connettersi ai propri servizi che venivano poi profumatamente pagati dalla SIP avendo essa in gestione fatturazioni e pagamenti.

Questo portò inevitabilmente a frodi fiscali con interventi della magistratura, processi, condanne e rimborsi.
In tutto questo, chi ne fece le spese, fu l’ex monopolista che dovette risarcire miliardi di lire e correre ai ripari cambiando gestione degli accessi (fatturazione sulla linea telefonica chiamante, detta modalità a chiosco), facendo così crollare a picco il servizio.

Un ultimo tentativo di far rinascere il servizio Videotel, fu di vendere ad un costo irrisorio un modem da collegare al Commodore 64 (adattatore telematico 6499) fornendolo anche del programma di connessione, abbattendo così i costi del terminale e lasciando in essere i soli costi di connessione.

Per contro, le chat ebbero un enorme successo, dando vita a quelli che poi sarebbero diventati Social Network e alle applicazioni di chat, che sono diventate indispensabili sui moderni smartphone.

Le chat si diffusero soprattutto nei pub, creando una moda che durò parecchi anni, per via degli alti costi che avevano.
Le persone andavano nei locali e, al prezzo della consumazione, passavano ore a chattare con sconosciuti o con persone all’interno del locale stesso, iniziando così l’era degli incontri al buio telematici, modalità tutt’ora in voga che ha anzi assunto connotati antropologici.
Si cercava di conquistare un partner oppure di raccontarsi al buio senza remore, scambiandosi frasi della lunghezza di cinque righe a volta.

          


Altri paesi

Tutti i paesi tecnologicamente più avanzati si cimentarono nella sperimentazione e nella commercializzazione del sistema Videotex.

Il Canada lo sviluppò pensando alle pagine in maniera grafica rispetto alla rappresentazione a mosaico degli standard europei ma ciò comportava dei decodificatori molto più avanzati, in genere sviluppati su microprocessori come lo Zilog Z80 o il Motorola 680x.
Il sistema di Videotex canadese prese il nome di Telidon.

In Giappone si trovarono a dover fronteggiare la rappresentazione grafica e testuale degli ideogrammi.
Ciò comportò uno sviluppo particolare della codifica carattere codice trasmesso che, nonostante funzionasse relativamente bene e avesse forti peculiarità grafiche, era molto lento in ricetrasmissione, fattore che ne penalizzò lo sviluppo.
Il sistema Videotex giapponese prese il nume di Captain.

Altri paesi, come la Germania, utilizzarono dapprima la codifica Prestel, per poi migliorarla ed annoverare tali cambiamenti negli standard successivi evoluti.

Fondamentalmente, i servizi Videotex evoluti, si basavano sul sistema Minitel francese con le migliorie apportate in Germania chiamate standard CEPT-1.

Praticamente tutti avevano una trasmissione bidirezionale 1200 baud in ricezione e 75 baud in trasmissione. Quasi tutti adottavano lo standard di una pagina composta da una griglia 40x24 caratteri di testo (arrivando agli 80x24 dei canadesi) oppure con uno schermo di circa 400x200 pixel.

Conclusioni

Tutt’oggi è sovente confondere il servizio Videotex con la rete Internet.

Entrambe le strutture hanno dovuto affrontare molti problemi simili dovuti all’infrastruttura di rete ed i relativi problemi di accesso ma, fondamentalmente, si basano su due visioni differenti della gestione delle informazioni.

Internet, nella sua accezione più matura del termine, è una rete estremamente decentralizzata, in cui sussiste una cooperazione continua tra fornitori di servizi e fornitori di hardware e software in quanto la richiesta di una singola pagina di informazioni, può dipendere dal contributo di diversi enti, persone e società.

Per contro, il sistema Videotex è nato fortemente centralizzato, supponendo che in un dato sistema Videotex ci sarebbe un’unica società che costruirà e gestirà la rete.
Nonostante questo possa sembrare in apparenza estremamente miope in retrospettiva, bisogna riflettere sul fatto che le telecomunicazioni erano gestite a quei tempi in regime di monopolio da parte degli stati e che i costi, sia degli investimenti che della gestione e dello sviluppo della rete, erano estremamente alti e non gestibili da una azienda privata.

Anche l’internet degli albori si basava sulla rete privata telefonica di AT&T poi lasciata in gestione a terzi creando così la rete ARPANET.

Bisogna plaudire comunque ai sistemi Videotex per aver gettato le basi dell’attuale concetto di informazione, inteso cioè come bene commerciale, gestito come una vera e propria industria a livello mondiale, creando enormi database in cui tutti possono accedere a pagamento cercando le informazioni per la propria attività, dai risvolti sociologici, economici e soprattutto di gestione finanziaria dell’informazione in cui fornire o meno un dato può fare la differenza.



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