Philips 638U

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Di seguito gli schemi elettrici reperibili in rete.
Philips Service Documentatie - Schema2 - Schema3
Fate attenzione che hanno degli errori per cui fate bene attenzione quando li consultate.



       

        

     

     

Non capita tutti i giorni di mettere mano su una "Super Induttanza", ottanta anni di pura tecnologia sul banco di lavoro.
Devo ammettere che ho avuto paura ad operare, componenti delicati, cablaggio maniacale e valvole sconosciute al mio cassetto di vetrati ricambi.
Delicatezza e massima attenzione per tutto l'intervento e paura di incorrere in qualche irrimediabile misfatto.
La radio è di un caro amico, ma i danni sono costosi da gestire e di questi tempi.....
La radio esternamente si trova in quasi ottime condizioni (a mio parere), qualche abrasione e qualche botta nonché una mancanza di legno nella parte spigolare posteriore, segno di un urto con qualcosa di più duro. Internamente, invece, la radio si presenta in buone condizioni, qualche mancanza e fili tagliati, la parte di filtro mancante e comunque qualcuno che aveva già tentato una riparazione, comunque il complesso fa ben sperare.

Decido quindi di accendere gradualmente col variac, il mio amico si ricordava che quando l'aveva comprata gli avevano assicurato il suo funzionamento, dovessi metterci tutto il giorno ad aumentare al tensione di accensione...
Prima però devo identificare i cavi che risultano tagliati e che fanno capo alla sezione di alimentazione ed al trasformatore audio. Il filtro antidisturbo di ingresso, mancante, lo prenderò in considerazione a fine riparazione.
Osservando lo schema elettrico, si nota la mancanza del trasformatore di alimentazione; la selezione della tensione di ingresso viene effettuata da un commutatore manuale a quattro posizioni che inserisce opportunamente le resistenze di caduta e la valvola ballast, nonché i collegamenti e le resistenze di polarizzazione della sezione audio.
Sfilo quindi lo chassis per predisporre l'accensione controllata. Bisogna svitare le quattro viti che fissano il telaio al fondo del mobile, si svitano le manopole, si estrae la scala parlante si smonta la mascherina frontale in bachelite svitando i dadi di fermo dall'interno del mobile e, prima di sfilare o ribaltare lo chassis, bisogna che controlliate la lunghezza dei fili dell'alimentazione, del trasformatore audio e del tappo luce, in modo da poter lavorare agevolmente.

Dopo esser partito con l'accensione programmata, dopo parecchio tempo e ad un valore di tensione non critico, semplicemente, la baracca, risulta non dare segni di vita.
Scarico i datasheet delle valvole e controllo la continuità dei filamenti: valvole ok, lampadine scala ok, ballast ko.
Solo guardando con attenzione controluce il sottile filamento del ballast, ci si accorge che è interrotto in un punto, anche se non sembra in quanto il filamento è rimasto teso, solo interrotto.
Ricontrollo lo schema elettrico, si può by-passare il ballast scegliendo come tensioni di alimentazione i 110V ed i 130V. Il fatto che il ballast risultasse interrotto, fa pensare che, o la radio sia stata alimentata ad una tensione superiore a quella consentita dal cambio tensione oppure che esisteva nella radio un assorbimento anomalo di corrente che faceva superare il limite dei 200mA del filamento.
Per questo motivo decido, non senza qualche difficoltà, di scollegare i tre condensatori elettrolitici di filtro e di rimpiazzarli con tre volanti da 47uF 400V di coccodrilli muniti; anche gli elettrolitici catodici nella sezione audio non sembrano godere di ottima salute (il condensatore catodico della finale audio sembra esploso) per cui li rimpiazzo con altri volanti solo per il tempo dell'accensione.

Riparto con il rito dell'aumento graduale della tensione di alimentazione selezionando la tensione di ingresso di 110V: ora le lampadine si accendono subito, con intensità maggiorata per via dei filamenti in serie delle valvole che vanno a scaldarsi partendo da una resistenza minima. Dopo circa tre ore di trattamento, è possibile ascoltare in altoparlante e ricevere una sola stazione, Radio Rai in onde medie, anche se con volume relativamente basso ed audio molto distorto.
La strada della riparazione è quindi segnata: controllo a tappeto dei condensatori della sezione audio e delle relative resistenze di polarizzazione.
Tranne i condensatori a mica, tutti gli altri condensatori si trovano dall'essere in perdita o in forte perdita con valori di capacità di molto sballata, le resistenze tutte nella tolleranza.
L'intenzione, già manifestata all'inizio, era quella di restaurare tutti i componenti per quanto possibile, in modo da avere un restauro perfetto, almeno dal punto di vista estetico, mantenendo il più possibile aspetto e materiali originali.
Il processo di ripristino dei condensatori è durato parecchio, pochi condensatori smontati alla volta per non sbagliare i collegamenti, poi svuotamento, pulizia, riempimento, chiusura e ripristino in sede per passare agli altri.
Particolare attenzione al metodo di collegamento tra componenti usato in questa radio: un filo di rame nudo attorcigliato su se stesso in cui vengono inseriti i terminali dei componenti da saldare, facile da riprodurre ma ci vuole pazienza.

     

Anche il potenziometro a filo è interrotto e provvedo, dopo aver smontato tutta la parte per poter lavorare, al suo ripristino. Da notare che non si riusciva a saldare il filo per cui sono stato costretto a perdere un giro e ripristinare la continuità elettrica semplicemente unendo meccanicamente i due spezzoni di filo. Un goccio di colla ciano-acrilica per bloccare il movimento delle rimanenti spire non più in tensione meccanica originaria.
Prima di rimontare i condensatori elettrolitici di filtro, decido di passare la gommalacca, a più rirese, sui fili screpolati del commutatore di alimentazione, in modo da evitare ulteriori future perdite di materiale isolante e prevenire i corto circuiti.

     

Dopo parecchi giorni passati a svuotare e riempire condensatori, decido di riaccendere la radio per verificare se la sostituzione dei componenti aveva apportato miglioramenti al funzionamento della radio.

Ora l'audio risulta più potente e si ricevono numerose stazioni radio con una sensibilità incredibile per il luogo in cui mi trovo, notorio per la cronica mancanza di segnale. Per contro, sono apparsi due difetti che prima non c'erano:il primo è una forte distorsione delle note basse accompagnato da un suono gracidante non appena il volume supera una certa intensità; il secondo è la difficoltà di ricevere facilmente una stazione, sembra di avere sotto mano una radio a reazione non regolabile, quindi forti inneschi fischi e boati.
I prossimi controlli che metterò in atto saranno volti a capire se il guasto ha un'unica causa oppure sono due cause separate che si manifestano in contemporanea.

Nel mentre che effettuavo delle misurazioni, semplicemente toccando il connettore schermato alla seconda CF2, il connettore ed il cappuccio metallico di collegamento di griglia, mi sono incredibilmente rimasti in mano. Fortunatamente era rimasto un piccolo spezzone di filo che usciva dal vetro in modo da ripristinare, con molta delicatezza e poco calore, la saldatura al cappuccio, dopo una accurata pulizia delle parti.
Visto che è in previsione il restauro ligneo del mobile, perché il proprietario la vuole nuova e splendente, nonostante le mie rimostranze, decido di smontare l'altoparlante e di verificarne il funzionamento.
L'altoparlante sembra nuovo, imprimendo al centro con entrambe le dita delle mani il movimento del cono, esso scorre facilmente senza strani rumori o attriti. Ho la possibilità di testare anche un altro altoparlante, ma il miserrimo risultato in fatto di qualità audio è il medesimo, gracidii, fischi e distorsione.
Decido quindi, per esperienza passata, di controllare le capacità di fuga della sezione alta frequenza, in modo da eliminare i fischi . Questa volta sostituisco di sana pianta i condensatori, rinviando successivamente il loro restauro. Tutti i condensatori controllati appaiono in perdita o in forte perdita.
Accendo di nuovo, la distorsione audio e la forte esaltazione delle note basse non è cambiata, in compenso sono spariti i fischi ed i forti inneschi.

Cerco un momento di stasi mentale e di meditazione trascendentale, operando il recapping dei condensatori sostituiti, fomentando internamente i ricordi delle passate riparazioni, della logica e della religione, sperando in un miracolo.

Avere tra le mani una radio del genere implica avere la capacità di tornare indietro nel tempo, immaginando il tipo di trasmissioni irradiate e con quanta potenza, il tipo di tecnologia esistente, le manipolazioni assiali delle manopole per avere una ricezione pulita e stabile. Questa non è una supereterodina, è una amplificazione diretta nata per combattere le royalty della RCA, esaltando al massimo una tecnologia che era al suo tramonto. Fischi, boati, continua gestione delle manopole erano normali e si evidenziavano ancora di più con segnali di bassa potenza, come nel mondo attuale in cui tutte le stazioni sono state chiuse e depotenziate per far posto ad un universo sconfinato di segnali spuri e senza senso (fate attenzione ai regolatori di luminosità a parete, emettono talmente tanto rumore da far scomparire la stazione che stavi ascoltando, e questo anche con le supereterodine).

Chiamo l'amico Stefano dall'auto, più che altro per sfogarmi della mia incapacità di riparare la radio, al fatto che avendo lo spazio di lavoro occupato dalla Philips, non posso testare i progetti che stiamo portando avanti, cerco di corromperlo offrendogli del buon cibo per avere un consiglio ed una visuale differente, un lumicino che rischiari la nebbia della mia mente.
Come sempre, dopo aver pensato molto ad una idea, si pensa ad altro ed eccola che torna a te prepotentemente, come offesa dal fatto che non gli venga più data l'attenzione che meritava.
Mi convinco sempre di più che il problema è nella sezione audio, ero concentrato e convinto che a difettare fosse qualche componente, ma avevo tralasciato il fatto che anche le tensioni, se non giuste, possono creare notevoli problemi, basta capirne la causa. Anodo e G2 della CL2 sono nella norma mentre, incredibilmente, sulla griglia segnale sono presenti 150V al posto degli indicativi 15V.
Come prima reazione, dopo lo sconcerto, vado a controllare le foto fatte prima di intervenire sulla radio e constato che di errori non ne avevo fatti, tutti i collegamenti erano corretti così come i condensatori sostituiti. Controllo lo stato delle due resistenze catodiche che si inseriscono tramite il commutatore in funzione della tensione di ingresso e non le trovo. Decido così di staccare il collegamento che va al cambio tensioni ed aggiungere una resistenza volante da 220 ohm 2W in parallelo al condensatore elettrolitico catodico (220 ohm perché alimento la radio con una tensione di 110V).
Accendo dunque la radio e dopo il riscaldamento dei filamenti delle valvole appare in altoparlante una voce squillante, un volume sonoro esagerato, nessun gracidare e la mancanza di fischi laceranti e reazionari.

E' passato tanto tempo dall'ultima volta che ho messo mano alla radio e scritto di lei.
La vecchietta è rimasta ferma sul piano di lavoro bloccando tutte le attività che avrei voluto portare avanti.
In realtà la colpa non è sua, ma della Vita che, a volte, ti mette nelle condizioni di non poter prevedere il futuro, per cui l'unica cosa che riesci a fare e pensare, è vivere alla giornata, passa oggi, speriamo passi anche domani e speriamo che dopodomani cambi tutto, in un continuo scorrere spazio-temporale che si protrae fino a che l'ingranaggio di imprevedibilità non si inceppa e torna ad essere il solito tram-tram quotidiano, talmente bello da essere quasi affascinante.

Ho preparato il mobile nei momenti in cui mi sentivo in grado di potermi dedicare del tempo, ma anche per quello ci sono volute settimane: un giorno la sverniciatura, un giorno la pulizia, un giorno la colorazione, un giorno la gommalacca e all'ultimo la lucidatura a cera.

La radio sarebbe pronta, a 125V funziona a meraviglia, però vorrei pensare ad una soluzione elegante per poterla collegare direttamente all'attuale rete domestica, vista l'impossibilità di trovare il ballast C8. Non ho il cervello molto lucido e chiedo aiuto al solito Stefano ma lui, ha una vita estremamente occupata e riesce a trovare un po' di tempo da dedicarmi qualche giorno prima di partire per le vacanze.

Abbiamo tre soluzioni:

1) un trasformatore 220V-125V di adeguata potenza da inserire in qualche parte del mobile. Lo escludo a priori, la radio è già molto pesante, dovrei avvitarlo in alto o sui laterali, col pericolo che possa cadere e spaccare più cose, non voglio neanche forare il mobile....
2) il solito metodo diodo-resistenza per abbassare i volt necessari all'adattamento. Con un diodo BY228 e due resistenze da 150+120 ohm 10W si riesce nell'intento ma si ottiene come corrispettivo la creazione di una stufetta, da montare in verticale troppo vicino alle valvole audio e raddrizzatrice, utile nei mesi invernali, soprattutto se vivete in zone montagnose o del nord Italia....
3)sfrutto la reattanza di un condensatore sottoposto ad una tensione alternata, al fine di abbattere i volt di alimentazione in eccesso ed eliminare totalmente il calore surplus. L'unico elemento da tenere sotto controllo è l'assorbimento ed evitare cortocircuiti, che sarebbero letali per i filamenti e chissà per cos'altro.

Come parametri dovremmo soddisfare i seguenti dati iniziali (cliccando sulla sigla di seguito potete scaricare i datasheet riferimento http://www.tubedata.info/):

CY1 - 0.2A - 20V
CL2 - 0.2A - 24V
CF7 - 0.2A - 13V
CF3 - 0.2A - 13V
CF3 - 0.2A - 13V
CB2 - 0.2A - 13V
Lampadina Philips 8066 - 0.5A - 4V
C8

La tensione totale di filamento sarà quindi 96V 0.2A

Posizione 1 - 110-120V - Tubi + 2 lampadine
Posizione 2 - 120-130V - Tubi + 2 lampadine + resistenza 60 ohm
Posizione 3 - 200-225V - Tubi + 2 lampadine + resistenza 60 ohm + Ballast
Posizione 4 - 225-250V - Tubi + 2 lampadine + resistenza 60 ohm + Ballast

I calcoli che seguiranno sono indicativi e servono per identificare le grandezze in gioco. Come range di tensione si è scelto il minimo ed il massimo, per cui va verificato in loco che le grandezze calcolate siano corrette per il circuito modificato.

Calcolo R di caduta
Vcaduta = Vingresso - Vsenza ballast = 240V - 120V = 120V
R = Vcaduta / I = 120/0.2 = 600 ohm
PotenzaR = R*I2 = 600*0.2*0.2 = 24W (praticamente una stufetta per cuocere gli arrosticini)

Calcolo R di caduta con il diodo in serie
Vcaduta dopo diodo = Vingresso*0.71 =
Vcaduta = Vcaduta dopo diodo - Vsenza ballast = 170.4V - 120V = 50.4V
R = Vcaduta / I = 50.4/0.2 = 252 ohm
PotenzaR = R*I2 = 252*0.2*0.2 = ~10W

Calcolo reattanza di C di ballast
Vcaduta = √(Vmax2 - Vmin2) = √(2402 - 1202) = √57600-14400 = √43200 = 208V
C (uF) = 1/(2π*f*Vcaduta) = 1/(2*3.14*50*208) = 1/65312 = 1.53*10-5 = 1.5uF

(come si vede dai calcoli, la capacità trovata empiricamente è praticamente la metà di quella montata nel circuito, vuoi per i limiti della tensione effettiva da utilizzare nel funzionamento vuoi per i reali assorbimenti presenti. Nei calcoli si è tenuto conto che la reale corrente che passa a regime nelle lampadine della scala, è quella dei filamenti e non quella stampata sull'involucro; il motivo della maggiore corrente sopportabile è che, nel momento dell'accensione, i filamenti sono freddi e si comportano come un corto circuito per cui le lampadine suppliscono a questo aumento di corrente sostituendosi ai filamenti, sopportando una corrente maggiore e mostrando una maggiore luminosità della scala nel momento dell'accensione per poi diminuire a regime).

Per test ho effettuato i primi due tentativi e si sono rivelati, come ben potete immaginare, infruttuosi per via dell'enorme calore generato, specie nel primo caso.
Scelgo quindi la via della reattanza capacitiva cimentandomi per la prima volta nella sua implementazione.
Parto con l'idea di cercare i condensatori che si utilizzano per il rifasamento dei motori elettrici, sono robusti e testati per sopportare contesti lavorativi relativamente duri, vivere all'interno della radio sarà considerata una vacanza.

Il problema che si riscontra è che i valori sono standard e devi trovare un negozio fornito per avere più scelte di valori, per cui è diktat (tanto per cambiare), utilizzare quello che si ha e che si è smontato chissà dove in precedenza, condito con l'ottimismo del nuovo acquisito.
Di nuovi ne ho trovati da 2uF e 4uF 420V~ (comprati successivamente), ne ho uno io disponibile nei cassetti da 2.50uF, Stefano ne ha portati due, uno da 1.25uF e l'altro non ricordo (ne ho altri in cantina da qualche parte ma l'angusto ambiente non è al momento praticabile e fa un caldo desertico di questo periodo senza considerare il grado di umidità che distribuisce gratuitamente fazzoletti rinfrescanti a chiunque entri ....)

Dopo vari tentativi di centrare il valore di capacità giusto (i calcoli non hanno aiutato in precisione e la tensione risultava di valore inferiore al dovuto) ci siamo attestati al valore di 2.5+1.25uF >400V~ sottoalimentando la tensione di ingresso ma ottenendo una tensione ai filamenti leggermente sotto al valore nominale e di valore praticamente costante. L'obiettivo, si è capito, è quello di trovare un valore di capacità che sottoalimenti di poco i filamenti, in modo da preservarne la durata e tollerare eventuali sovratensioni di rete.
Dopo aver comprato il nuovo condensatore da 2uF (1,5€ l'uno), utilizzo definitivamente i valori di 2+1.25uF 420V~ che portano ad avere una tensione ai filamenti di 92V a 230V in ingresso.
Entrambi siamo soddisfatti del lavoro svolto ed ancora di più lo sono io quando vado a frantumare una defunta EF9 che Stefano aveva portato per innestare i condensatori sullo zoccolo e fare un lavoro a regola d'arte.
Nel nuovo artefatto non ho calcolato il fusibile o i fusibili di protezione in quanto già presenti in ingresso da progetto per cui tenetene conto se doveste adottare questa soluzione altrove).

Dopo tanto tempo intravedo la fine del tunnel e la luce proveniente dall'esterno rischiara la via e la vita tutta.
Stefano è andato, con molto gelato nello stomaco e al mia sempiterna gratitudine, aspetto il giorno dopo per assemblare il pacco extraterrestre come da foto, lo innesto e, dopo aver acceso la radio, assaporo una mezz'oretta di musica trasmessa da Radio Vaticana, pranzo e mi rimetto al lavoro, pulisco, lavo, lucido quello che c'è da pulire, lavare e lucidare sullo chassis e stilo la lista delle attività da evadere per concludere: due porta fusibili da inserire come da schema e cablatura, un cappuccio per la prima CF3 (non trovato), l'assoluta mancanza della bobina di filtro, il ripristino della cablatura di alimentazione mancante, lo stemmino Philips, la manopola del cambio gamma, l'asticella di sintonia, il connettore di alimentazione esterno (quello che si stacca all'apertura dello schienale), il cavo di alimentazione, la spina e chissà cos'altro che magari mi sono dimenticato di menzionare.
Fortunatamente il mio amico mi aveva fornito anche di una Philips 638A (praticamente identica esteticamente ma totalmente diversa dal punto di vista circuitale e che risultava assai messa male da rendere estremamente onerosa la sua rimessa in funzione, ma utilizzabile come fornace di pezzi di ricambio (anche lei non era completa ma fortunatamente aveva tutto quello che a questa mancava)).
Rimonto quello che avevo smontato per la pulizia, pregustando il reinserimento nel mobile, accendo per vedere se tutto è a posto e, con mio sommo dispiacere, la radio non funziona più: si accende, la tensione sui filamenti è corretta ma non si sente nulla. Qualche misura a scoprire che la tensione anodica si aggira intorno ai 310V, come se la sezione audio non funzionasse e non assorbisse corrente. Toccando le griglie delle valvole audio però si sente un buon ronzio così come misurando l'anodica sul trasformatore di alimentazione si sente un sonoro stock.
Provo a rimettere il cambio tensione su 125V ed ora la radio va di nuovo. Come detto in precedenza, quello non è solo un cambio tensione ma un commutatore multiplo che adatta varie resistenze (anodiche e catodiche ed anche di segnale). Riporto sui 200-220V e la radio funziona. Controllo le resistenze che vengono inserite per la 240V e le trovo ok. Rimetto la radio sui 220-235V e la radio non emette alcun suono. Mentre continuo a fare dei test a radio accesa, vedo e sento provenire delle scintille dal commutatore e contemporaneamente ritorna anche l'audio.
Smonto così quasi completamente la parte rotante, spruzzo lo spray disossidante e do' una leggera passata di carta vetrata fine grana 1200 per asportare completamente l'ossido.
Dopo il rimontaggio ed un po' di assestamento dei contatti, la radio è di nuovo in funzione e posso andare a dormire sogni tranquilli.

La mattina è arrivata, colazione, faccende di casa, spesa al mercato, preparazione del pranzo e rimontaggio della radio, questo il programma della giornata.
L'accendo, suona musica da Radio Vaticana quando, improvvisamente, un fortissimo ronzio in alternata rimbomba per casa, su tutte le gamme, anche in fono, contemporaneamente, causa lavori sulle condutture del gas sotto casa, hanno acceso un gruppo elettrogeno e, memore di passate esperienze, chiudo tutto in attesa che venga spento il gruppo elettrogeno.
Cerco anche di mettere da parte il pensiero dei condensatori elettrolitici nuovi passati a miglior vita.
Il gruppo viene spento dopo un'ora, nel frattempo ho anche pranzato, mi preparo il caffè e riaccendo la radio per scoprire che il ronzio continua, non mi resta che provare i condensatori (ragionevoli botte col manico di cacciavite per scongiurare falsi contatti non sortiscono gli effetti desiderati).
Svito con difficoltà i tre dadi che serrano gli occhielli metallici con saldati i fili di alimentazione, attrezzo tre condensatori elettrolitici muniti di coccodrilli per effettuare i test ed accendo, per accorgermi subito che nulla è cambiato. Cerco di ricordarmi dove ho messo il calendario per enumerare un sufficiente numero di santi da scomodare quando, picchiettando col cacciavite sulla preaudio CF7, il difetto scompare.
E' la prima volta che osservo un sintomo del genere, se mi fossi accorto che, sotto il forte e costante ronzio si ascoltavano le stazioni se si alzava il volume al massimo, mi sarei risparmiato la faticaccia dei condensatori ed i cattivi pensieri.

Ascolta il difetto.

Tolgo la CF7, pulisco a fondo i contatti del portavalvole e dello zoccolo, riaccendo ed il difetto permane, anche se saltuariamente e limitato all'iniziale riscaldamento della valvola. Inizio a preoccuparmi perchè se i falsi contatti fossero all'interno della valvola, non avrei altro da fare che sostituirla.
Come ultimo test, inforco il saldatore e ripasso con delicatezza le saldature dei piedini della valvola e del beccuccio della valvola (attenzione al calore ed ai mucchietti di stagno).
Sono fortunato, eseguito questo intervento, la ricezione è stabile e corretta e, dopo più di un'ora consecutiva, il problema non si è più ripresentato.

Non resta che rimontare lo chassis nel mobile, ripristinare tutti i tratti di alimentazione, rimontare le manopole e chiudere lo schienale.
Facile e sbrigativo?
Affatto.
Iniziano ad uscire un numero non precisato di problemi, voluti e non.
L'asticella di sintonia si era spostata e non era più centrata nei fine corsa (svita lo chassis sfila lo chassis sistema astina infila chassis avvita chassis).
La piccola scala di cellulosa che indica le bande non c'era proprio e non me ne ero accorto proprio (la prendo dall'altra usata come cavia per cui svita lo chassis sfila lo chassis dissalda i collegamenti monta ed avvita la scala infila chassis risalda i fili avvita chassis).
Provo a schermare la CF7 con dell'alluminio per vedere se diminuiscono un po' di fischi ma ho l'unico risultato di non ricevere più le stazioni in gamma alta (inverto le due CF2 ed il difetto scompare).
Si fa in ogni caso sentire il fatto che praticamente tutte le valvole sono quelle originali e sono un po' esaurite, specialmente quelle di alta frequenza.
Si ripresentano i falsi contatti dovuti al commutatore di gamma, do' una stretta al commutatore di gamma e tutto torna a posto.

Ho come la sensazione che mi voglia far scontare tutto il tempo che l'ho lasciata sola ed abbandonata sul tavolo di lavoro.

Il lavoro è stato apprezzato da tutti coloro che hanno visto e provato la radio e, soprattutto dal mio amico, che era la cosa più importante.
Rimane ancora un po a casa per farmi compagnia prima di tornare alla sua dimora e poi parte ben imballata accompagnata dal suo proprietario.
Sono soddisfatto, un'altra operazione di frankestiana memoria è stata portata a termine, un po' di vita donata affinché il ricordo sia preservato nel tempo, contesto storico in cui il tempo, il pensiero ed il ricordo non hanno più alcun significato...


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