C.G.E. 1525 serie ANIE seconda operata

Questa radio la comprai nel lontano anno 2000 al mercato dell'antiquariato di San Marino.
Ora è andata altrove ma lascia una traccia di se insegnandoci come modificarla per essere alimentata a 220V invece dei 160V massimi per cui era progettata. Lascia anche molte sue foto precedenti la rinascita funzionale.
Buona visione.

Partiamo dal presupposto che tutte le radio progettate senza trasformatore o autotrasformatore aventi un cambio tensione (in genere fino a 160V), scaldano molto. Modificare la radio con il metodo descritto in seguito, porta a valutare il tipo di materiale con cui è costruito il mobile, quali siano le sue dimensioni e quindi quale sia lo spazio a disposizione per lavorare, se nella parte interna dello chassis è presente lo spazio dove alloggiare in sicurezza le resistenze di caduta e se la loro presenza non influisce sul funzionamento degli altri componenti. In genere questo tipo di modifica è possibile su mobili di dimensioni medio/grandi o su mobili in legno o bachelite che meglio sopportano temperature più elevate ma è assolutamente da sconsigliare su mobiletti piccoli in plastica e materiali affini che farebbero inesorabilmente una liquefacente fine (ne è dimostrazione la miriade di mobiletti anni '50 e '60 distrutti dal calore che ovunque, nel nostro ambiente, capita di trovare ed osservare).
Dopo questa dovuta prefazione, con il ricordarvi che non sono responsabile dei danni che possono accadere quando si effettuano queste modifiche, passiamo a fare due calcoli aritmetici.

Come al solito, la modifica non sarà unica, ma tante modifiche inerenti la conformazione del circuito che dobbiamo trattare. In genere esistono tre filoni di alimentazione: la prima riguarda l'alimentazione dei filamenti, la seconda l'alimentazione della placca della raddrizzatrice per la fornitura dell'anodica e la terza ed ultima, ove previsto, per l'alimentazione delle lampadine della scala parlante. Nei nostri esempi prenderemo in considerazione la modifica per l'alimentazione dei filamenti ed una possibilità di sostituzione delle lampadine a 125V che, come tutti ben saprete, non sono da anni più fabbricate.

Partiamo dai filamenti. Dalle caratteristiche delle valvole utilizzate, si ricava la singola caduta di tensione che il filamento attua, alla corrente costante a cui esso e gli altri filamenti sono sottoposti; nel nostro caso avremo:

Vf = 12TE8GT+12SK7GT+12SQ7GT+50L6GT+35Z4GT = 12+12+12+50+35 = 121V

Ora bisogna calcolare la caduta di tensione che l'inserzione in serie del diodo porta, la quale sarà uguale a:

Vd = Vrete * 0,71 = 240*0,71 = 170,4V

cioè, dalla parte dei filamenti non avremo 240V bensì 170,4V. Calcolata questa tensione, potremmo ricavarci la caduta di tensione che dobbiamo generare inserendo una opportuna resistenza di caduta e risolvere così il nostro problema:

Vcaduta = Vrete - Vd = 240 -170,4 = 69,6V

Ora abbiamo tutti i dati per calcolare la resistenza di caduta (0,15 sta per 0,15A cioè 150mA):

Rtot = 69,6 / 0,15 = 464 ohm

Come avrete notato questi sono calcoli di valore generale senza aver preso in analisi il circuito di alimentazione della radio. Infatti non abbiamo preso in considerazione la tensione dei filamenti, la tensione impostata sul cambio tensioni e le resistenze di caduta già presenti nella radio. Il nostro compito sarà quello di utilizzare quello che già si ha ed adattarlo ai calcoli teorici, tenendo conto delle tolleranze e di una certa larghezza di valori a qui potremmo voler sottostare.

Osservando lo schema elettrico, si può vedere come per un cambio tensioni posizionato per 160V, il termistore è bypassato (si utilizza solo quando la radio è alimentata a 110V), la resistenza da 700 ohm è utilizzata per alimentare la lampadina da 125V e l'unica resistenza utilizzata per abbassare la tensione per i filamenti è quella da 230 ohm. Detto questo si capiscono i calcoli precedentemente fatti; la resistenza di caduta da aggiungere in serie al diodo per far tornare i calcoli dovrà quindi essere:

Rcaduta = Rtot - Rcircuito = 464 - 230 = 234 ohm.

Qui entrano in gioco le scelte e le approssimazioni di cui parlavo prima: le resistenze hanno una loro tolleranza, sia quelle vecchie già presenti che quelle nuove, le resistenze hanno valori standard dai quali non ci si può scostare se non andando indietro negli anni con valori differenti da oggi, valutate voi se sottoporre i filamenti ad un leggero aumento di tensione inserendo una resistenza da 220 ohm, oppure sottoalimentarli con una resistenza da 270 ohm. Vedete voi, dai valori di tensione nel circuito, dallo stato di usura che i filamenti hanno di quello che avete nel cassetto, di come funziona la radio.
Sperimentate ma fatelo in sicurezza vostra e della vostra radio.
Io ho utilizzato una resistenza da 220 ohm 7W miniatura attaccata al telaio(vedete le foto in fondo) e come diodo un BY255 che ha una tensione di picco inversa di 1300V ed una corrente max di 3A. Sarebbe anche opportuno mettere un fusibile per evitare che il corto del diodo possa portare alla fine prematura dei filamenti, vedete voi qual'è la corrente di picco all'accensione e regolatevi di conseguenza.



Per l'alimentazione della placca della raddrizzatrice il concetto è il medesimo, dopo aver misurato la tensione di placca tramite variac a regime (oppure dalla tensione deducibile dallo schema elettrico), si calcola la tensione di placca a 240V e, in funzione della corrente assorbita, si calcola la resistenza di caduta. In genere una resistenza tra i 330 ohm ed i 470ohm, risolve il problema ma tali valori sono puramente indicativi e vanno visti di volta in volta.

Un altro problema che si presenta è quello della lampadina. Quelle a pera da 125V utilizzate una volta non si trovano più. Il primo pensiero che viene è quello di utilizzare lampadine a 220V delle medesime fattezze ma, quelle in commercio, scaldano troppo: si tratta delle lampadine utilizzate per le lampade notturne dei bambini, hanno la forma adatta ma un wattaggio di minimo 7W e non va bene. La soluzione che ho adottato io in questo caso (dopo innumerevoli ricerche su internet), è stata quella di utilizzare le lampadine di segnalazione dei quadri elettrici che hanno una potenza di 3W e non scaldano eccessivamente, l'unico inconveniente è quello di utilizzare un adattatore perché hanno la filettatura piccola delle lampadine delle scale parlanti  a 6,3V (perdonatemi ma non ricordo al momento la nomenclatura). Dopo aver consegnato la radio, per puro caso ho scoperto un negozio gestito da cinesi che vendeva lampadine a pera come quelle originali dal consumo anch'esse di 3W (anzi sulla scatola c'è scritto 3 candele). I costi? La lampadina di segnalazione da quadro elettrico 1,5€ più il costo dell'adattatore mentre l'altra cinese 0,80€ senza bisogno di adattatore.
Mi raccomando, bisogna modificare la cablatura dei fili che vanno alla lampadina collegandoli direttamente alla rete dopo l'interruttore di alimentazione. In funzione degli spazi non avete che l'imbarazzo della scelta, basta guardare le dimensioni dalle foto: a sinistra a pera da 7W per l'illuminazione notturna, al centro piccola da 3W da segnalazione quadro elettrico e a destra a pera da 3W dei cinesi



Riporto anche la sigla presente sulle medie frequenze, nel caso dovessero essere presenti nei vostri cassetti od in quelli dei mercatini e non sappiate identificarle: la prima MF è siglata R81AH1, la seconda MF è siglata R81AH2.

Vi lascio con le foto del prima e del dopo, nella speranza che siano di vostro gradimento e che servano anche a voi durante la riparazione della vostra radio.

Alla prossima.

P.S. mi scordavo questa cosa: dalla foto iniziale potete vedere che era stato messo un diodo come modifica per la 220V  in una riparazione precedente, per la precisione era stato tra il piedino 7 della raddrizzatrice ed il piedino 8 della stessa relativo al catodo, praticamente raddrizzava qualcosa ma a spiegarla tutta ....................................... eppure funzionava ..................................















Prima di essere curata...

















Torna alla lista delle riparazioni.