Restauro ligneo di un mobile radio tedesco degli anni 50-60 (del secolo scorso)

Guido è un mio amico riparatore (di quelli di una volta che hanno passione e piacere nel fare il loro lavoro). E' una persona particolare e, nonostante la sua vena solitaria, è un piacere parlare con lui ed ascoltare quello che racconta. Così, un giorno, tra una chiacchiera e l'altra, mi fa vedere questa radio che aveva comprato in Germania, con la modulazione di frequenza e lo stile costruttivo tipicamente teutonico.

Come si può vedere dalla foto, aveva come eclatante difetto quello di avere quello strano colorito verde pisello chiaro, che gli donava un non so che di pittorico di tendenza. Al che mi venne in mente, solo ed esclusivamente per corromperlo, di chiedergli di provare a ridare vita al mobile, tanto.......peggio di così......

Per le malelingue.......non l'ho fatto per corruzione, ma per il piacere di vederlo felice......

I tempi verbali potranno passare dal presente al passato senza preavviso e a seconda del sentimento dell'autore, per cui non fate troppo caso alla grammatica.



L'operazione di smontaggio della parte elettro-meccanica l'abbiamo fatta nel suo laboratorio ed io ho portato a casa tutto quello che di verde era colorato, mobile e mascherina frontale. Le foto dimostrano in che stato si trovava ed il tentativo fatto dai vecchi proprietari di eliminare il colore con il solo aiuto della carta vetrata.





La prima operazione da fare è liberare il mobile da tutti quegli elementi che al legno sono aggiunti, cioè la mascherina e le guide di abbellimento laterali di materiale plastico morbido. Alla loro pulizia e ripristino ci si penserà più in là.
E' anche importante avere una idea di massima di quello che fu il colore operazione fattibile guardando sotto la maschera frontale dove la vernice non era riuscita ad andare (il mobile è stato verniciato così a cuore aperto, se mi si passa il paragone).



La fortuna della radio è stata quella di essere verniciata con vernici sintetiche, sicuramente alla nitro; questo vuol dire che in futuro ci saranno probabilità molto basse che la vernice assorbita dal legno venga cacciata di nuovo fuori e si ripresenti sotto quella che verrà data in seguito (un po' contorto ma passatemela). I puristi del restauro staranno già chiudendo questa pagina, ma poi spiegherò il perché delle mie scelte. In ogni caso la vernice non è stata assorbita dalla precedente e questo si può vedere dalla foto con il cacciavite. Quella che vedete di seguito è ciò che si ha dopo aver passato la prima mano di sverniciatore tramite pennello. Mi raccomando di farlo fuori casa (se ne avete la possibilità) altrimenti c'è il pericolo che vi intossichiate.

Se usate sverniciatori in barattolo, fate attenzione a quando si aprono e seguite sempre le indicazioni d'uso della confezione: apriteli con un panno bagnato e delicatamente perché potrebbero verificarsi anche esplosioni dovute al gas interno.





Per rimuovere la vernice si dovrà usare una spatolina di quelle per falegnami (almeno io comprai quelle a suo tempo) ma vanno bene anche altri tipi purché siano di dimensioni adatte al lavoro che state facendo. Mi raccomando di limare gli angoli e fare in modo che non lascino graffi altrimenti farete più danni di quelli da risolvere. Quando passate la spatolina fatelo SEMPRE nel verso della venatura del legno, SEMPRE, qualsiasi operazione facciate sul legno, seguite SEMPRE la venatura del legno.



Quello qui sopra è il risultato della prima sverniciatura e sotto c'è il prodotto eliminato. Non indugiate sulle parti che non vengono via alla prima passata, si rischia di fare solo danni, la seconda volta quasi sicuramente non avrete più di questi problemi.



Questa di sotto è la seconda passata di sverniciatore e sotto ancora è visibile lo scarto di lavorazione.





Questo di sotto è il risultato alla fine del processo di sverniciatura. Anche se dalla foto sembra il contrario, tutta la vernice precedente è stata eliminata. Ora si dovrà pulire il legno per prepararlo alle successive lavorazioni.



Allo scopo dovrete procurarvi dell'alcool a 94° e della lana d'acciaio di grana credo 00 o 000, insomma quella molto fine. Si imbeve la lana nell'alcool e si passa con delicata decisione sul legno seguendo sempre la venatura. Si passa, si strofina e si pulisce subito dopo con un panno di cotone (nella foto ho usato la carta casa). Fatelo fino a che il legno non vi sembrerà ben pulito ed al tatto liscio.



Questo sotto è il risultato che si ha quando si passa l'alcool sul legno. Già a questo punto è possibile vedere la colorazione naturale del legno e le possibilità future di colorazione ulteriore.



Questo è il risultato della pulizia con alcool. Come potete vedere di sporcizia ce n'è molta, anche se non la vedete. Fate questo passaggio fino a che il panno non sarà alquanto pulito.



Sotto potete vedere il risultato della pulizia (nella sola parte superiore del mobile). La presenza degli aloni è normale ed in genere viene corretta in seguito con la colorazione o la gommalacca.

vv



Il lato sinistro pulito da vernice e sporcizia.



La radio pronta per i successivi trattamenti. In secondo piano si vedono gli strumenti di tortura.



La foto sottostante mostra il particolare di falegnameria per cui è possibile curvare il legno nelle curve volute (il procedimento è tutt'altro che semplice in ogni caso).



Una volta pulita per bene la radio, bisogna chiedersi cosa fare del colore. Il restauro di un pezzo non prezioso è più semplice e pone meno problemi filosofici al restauratore. In questo caso mi è venuto in soccorso l'amico Guido il quale disse che a lui piacevano i mobili lucidi....questo era scuro quindi c'era sicuramente da scurirlo....ma renderlo lucido come in origine con la vernice alla nitro.....era ed è fuori dalla mia portata, non avendo né vernice, né compressore né tanto meno lo spazio per fare il lavoro (il mio balcone è piccolo). Quindi l'unica alternativa che avevo, che ho e che conosco era ed è la lucidatura a gommalacca e tampone.
Il colore io lo do nella seguente maniera: prendo un colorante per legno possibilmente a base di acqua e lo diluisco a piacere in modo da renderlo molto blando. Poi con un pennello piatto e di grandezza opportuna si stende il colore seguendo la venatura del legno e facendo attenzione a non lasciare gocce o aloni. Più volte si passa il colore diluito, più sarà possibile controllare l'intensità del colore voluto. Per ottenere la tonalità che vedete in foto è stato necessario ripassare per ben cinque volte.





Una volta tinto il mobile e constatato il reale colore che ne verrà fuori, è necessario utilizzare le cere colorate per riempire eventuali piccole parti mancanti o buchi o graffi profondi, in modo che una volta che verrà passata la gommalacca, non si noteranno molto le imperfezioni. Fate attenzione che lo stucco o la cera si vedranno sempre. Di sotto la foto del mobile pronto per la gommalacca.



Purtroppo non ho fatto le foto durante la stesura della gommalacca. In tutto sono state passate 10 mani con contenuto differente di alcool per ottenere la lucentezza tanto voluta da Guido. Una volta completato il mobile sono passato alla parte più noiosa e lunga di tutto il lavoro e cioè la pulizia e la verniciatura degli inserti in plastica dorata e degli abbellimenti sul frontale. Purtroppo la vernice aveva corroso per gran parte le guide in gomma per cui la pulizia e la successiva verniciatura non sono riusciti a coprire i punti rovinati. Per il frontale in bachelite si è lavato energicamente con acqua e sapone neutro evitando ti tenere a galla la bachelite e successivamente sono stati colorati a mano con un pennellino molto fino (prima o seconda misura) le linee dorate visibili in foto. Una volta fatto tutto ciò bisogna completare il lavoro rendendo uniforme il colore nella parte posteriore e inferiore d'appoggio. Allo scopo si è usato il solito tingi legno ma questa volta poco diluito con alcool a 94°. Il risultato finale è quello di uniformità del colore ovunque lo si guardi. L'unica parte che è stata solamente pulita con panno umido più volte è stata quella interna.
Il risultato finale non è malvagio (in genere sono molto critico sui miei lavori) e sono sicuro che a Guido piacerà anche se non ci si potrà specchiare. Mi dispiace per le foto fatte ma non rendono giustizia al risultato finale. Non appena Guido avrà rimontato l'elettronica, sarò ben felice di aggiungere le foto.
Alla prossima e sperimentate, sempre.













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