Restauro di un condensatore a pacchetto

Esistono varie scuole di pensiero sul restauro di una radio d'epoca e come tutti i filoni di pensiero, ognuno ha dalla sua la verità.

C'è chi usa solo ed esclusivamente componenti d'epoca presi da altre radio (distruggerne molte per mantenerne poche), chi occulta il nuovo nel vecchio, chi non si fa scrupoli e fa piazza pulita di tutto (tanto quello che si vede di una radio è l'aspetto esteriore).

Qualunque sia il vostro filone di pensiero, io credo sinceramente che la metodologia di intervento sia subordinata all'oggetto che abbiamo per le mani in riparazione; è praticamente impossibile trovare una radio come la fabbrica la fece, così come è impensabile di occultare nel vecchio i nuovi componenti per tutte le radio di tutte le epoche, così come è a mio parere devastante cambiare tutto e poi che cosa importa.

Chi ama le radio si è creato nel tempo il suo modus operandi, sia per gli insegnamenti ricevuti, sia per le esperienze fatte, sia per il tempo impiegato e le risorse economiche investite, sia per le capacità manuali che a volte la riparazione impone.

Di seguito riporto la mia esperienza di restauro di un condensatore elettrolitico di filtro a pacchetto, effettuato nella riparazione di una Magnadyne SV40. Potevo lasciare i condensatori così come erano e mettere occultati sotto il telaio i nuovi, ma ho voluto cimentarmi in questa operazione per ampliare le mie capacità e utilizzarle in futuro per le radio che ne avessero il bisogno. Dopo averli smontati e spolverati mi ha fatto molto piacere scoprire che questi condensatori non erano in vendita, ma forniti dalla Ducati alle fabbriche costruttrici di radio; non l'avevo mai vista quella scritta anche se avevo già avuto per le mani altri condensatori simili.









Con un taglierino si apre delicatamente la scatoletta di cartone che contiene il condensatore, facendo ben attenzione a non rovinare la parte esterna con le scritte. Il condensatore vero e proprio si trova in un parallelepipedo di alluminio chiuso all'estremità dei terminali con del catrame. Sempre con il taglierino o con un cacciavite a taglio piccolo, si elimina il catrame fino a scoprire una basetta di bachelite su cui sono fissati i terminali. Una volta effettuata questa operazione, basterà allargare quattro piccole rientranze laterali che bloccano la basetta ed estrarre delicatamente il pacco dal contenitore.





Quella che vedete nella foto di sotto è la forma della piastrina di bachelite che supporta i terminali. I nuovi condensatori sono fermati all'interno con del silicone e la bachelite è fermata all'alluminio con la famosa colla epossidica (oltre le originali linguette).





Le foto che seguono mostrano invece la piastrina porta terminali ricostruita con una basetta millefori, in quanto quella originale si era sbriciolata (quando vi dico di fare attenzione e di maneggiare tutto con cura lo dico a ragion veduta...)

















Una volta richiusi i nuovi condensatori nel contenitore e fissata la basetta porta terminali, si cosparge la parte con la catramina; io ho usato questo prodotto perché non mi andava di fondere del catrame vecchio, per me le esalazioni dovute alla combustione fanno male (nei vari forum o riparazioni ognuno dice la sua); anche la catramina ha le sue controindicazioni, puzza e ci mette molto ad asciugarsi. Si può provare con la cera colorata come indicato nell'altro articolo, nulla vieta di provare.



Questo è il risultato finale, la foto fa un po' ribrezzo rispetto alle altre, ma potete comunque notare l'aspetto meno malsano rispetto all'originale.



Personalmente mi sono molto divertito a sperimentare questo metodo e sono anche molto soddisfatto del risultato ottenuto.


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